Recensione: "Berlin. Il Richiamo dell'Havel" di Geda e Magnone
Titolo: Il Richiamo dell'Havel (Berlin, #5)
Autore: Fabio Geda & Marco Magnone
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 17 Ottobre 2017
Pagine: 204
Prezzo: €15,00
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Trama:
Gli adulti non esistono più. Nel 1975 il virus li ha uccisi e da tre anni uccide chiunque abbia più di sedici anni. Questa è l'unica certezza per i bambini e ragazzi allo sbando tra le spettrali vie di Berlino. E invece no. Gli adulti esistono ancora. Uno di loro, Andreas Beck, sta cercando una cura al virus, mentre gli altri sono armati e pronti a tutto. Anche a sparare a Bernd. Intanto Jakob è ancora sconvolto da quando, nel mezzo di una tormenta di neve, ha dovuto salvare la sua peggior nemica, Wolfrun, caduta in un lago gelido con il cavallo Ziggy. Sembra che per entrambi da quel momento il mondo si sia capovolto e ora, in fuga dai loro nuovi nemici, si stanno per incontrare di nuovo...
RECENSIONE
Come ogni altro libro di questa serie ha un grandissimo difetto: dura troppo poco! Ogni volta che mi riaffeziono ai personaggi, che mi immedesimo in ognuno di loro oppure che entro nel vivo della storia, il libro è già all'ultima pagina e io sono disperata. Sto già facendo il conto alla rovescia per maggio 2018 che uscirà l'ultimo libro di questa serie, anche se non vorrei che finisca. Nonostante le poche pagine, questa serie si riafferma essere una delle più riuscite degli ultimi anni. Il mix di azione e sentimenti, i colpi di scena numerosi, l'evoluzione dei personaggi, è tutto creato alla perfezione in modo da rendere la lettura imprevedibile e d'impatto.
Il libro parte esattamente nel punto in cui si era interrotto il precedente, donandoci tante speranze, ma smorzandocele subito dopo. La grande perdita di un personaggio importante nella storia aleggia per tutta la durata del libro, rendendoci partecipi a 360° della sofferenza che stanno provando i ragazzi di Berlino. Rivediamo in modo più costante Wolfrun, il personaggio più misterioso di questa serie. L'abbiamo vista fare delle cose orribili, ma la vediamo in vesti totalmente differenti, tanto che potrebbe diventare la mia preferita - il prossimo libro sarà decisivo per poterla delineare correttamente! Anche il Reichstag è più presente, ma è stata la comunità che più ho disprezzato in assoluto. Da quando i vecchi capi sono morti, sono guidati da Roberto e Claudia, ma quest'ultima si è fatta prendere un po' troppo la mano e sta diventando un mostro: è egoista e sempre più spietata - tanto che ricorre nuovamente al Gioco della Morte -, non prova pietà ne dona il perdono. Come nel precedente libro abbiamo anche il punto di vista del popolo di Atlantis, persone che i nostri protagonisti non avrebbero mai pensato di rivedere. A questo proposito Jakob ha riposto la fiducia in uno di loro, ma forse ha preso una decisione fin troppo affrettata.
Il romanzo è pieno di suspence, azione e colpi di scena. Dalla metà in poi mi è stato difficile staccare gli occhi dalle pagine, in quanto la vera natura dei personaggi mi ha conquistata. Sono rimasta impressionata da quanto siano cambiati rispetto al primo volume. Le perdite, la difficoltà nel sostentamento, la rivalità con gli altri popoli di Berlino, hanno scalfito la personalità di ognuno dei ragazzi rendendoli più reali ai nostri occhi, come se noi fossimo lì con loro e loro fossero i nostri amici di tutti i giorni: le loro perdite sono le nostre perdite.
Come ogni altro finale della serie, anche questo ci rimane sullo stomaco, lasciandoci interdetti e a bocca aperta, incapaci persino di pensare. Il prossimo volume sarà il volume decisivo, ci ritroveremo alla resa dei conti. Riusciranno i nostri ragazzi a trovare una cura a questa piaga? Riusciranno a diventare un'unica grande comunità? Lo scopriremo solo a Marzo del prossimo anno e io non vedo l'ora!
Il libro parte esattamente nel punto in cui si era interrotto il precedente, donandoci tante speranze, ma smorzandocele subito dopo. La grande perdita di un personaggio importante nella storia aleggia per tutta la durata del libro, rendendoci partecipi a 360° della sofferenza che stanno provando i ragazzi di Berlino. Rivediamo in modo più costante Wolfrun, il personaggio più misterioso di questa serie. L'abbiamo vista fare delle cose orribili, ma la vediamo in vesti totalmente differenti, tanto che potrebbe diventare la mia preferita - il prossimo libro sarà decisivo per poterla delineare correttamente! Anche il Reichstag è più presente, ma è stata la comunità che più ho disprezzato in assoluto. Da quando i vecchi capi sono morti, sono guidati da Roberto e Claudia, ma quest'ultima si è fatta prendere un po' troppo la mano e sta diventando un mostro: è egoista e sempre più spietata - tanto che ricorre nuovamente al Gioco della Morte -, non prova pietà ne dona il perdono. Come nel precedente libro abbiamo anche il punto di vista del popolo di Atlantis, persone che i nostri protagonisti non avrebbero mai pensato di rivedere. A questo proposito Jakob ha riposto la fiducia in uno di loro, ma forse ha preso una decisione fin troppo affrettata.
Il romanzo è pieno di suspence, azione e colpi di scena. Dalla metà in poi mi è stato difficile staccare gli occhi dalle pagine, in quanto la vera natura dei personaggi mi ha conquistata. Sono rimasta impressionata da quanto siano cambiati rispetto al primo volume. Le perdite, la difficoltà nel sostentamento, la rivalità con gli altri popoli di Berlino, hanno scalfito la personalità di ognuno dei ragazzi rendendoli più reali ai nostri occhi, come se noi fossimo lì con loro e loro fossero i nostri amici di tutti i giorni: le loro perdite sono le nostre perdite.
Come ogni altro finale della serie, anche questo ci rimane sullo stomaco, lasciandoci interdetti e a bocca aperta, incapaci persino di pensare. Il prossimo volume sarà il volume decisivo, ci ritroveremo alla resa dei conti. Riusciranno i nostri ragazzi a trovare una cura a questa piaga? Riusciranno a diventare un'unica grande comunità? Lo scopriremo solo a Marzo del prossimo anno e io non vedo l'ora!
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