Review Party: "Il Filo Avvelenato" di Laura Purcell
Autore: Laura Purcell
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 21 Settembre 2021
Pagine: 420
Prezzo: €20,00
Goodreads | Amazon
Trama:
Gran Bretagna, prima metà dell'Ottocento. Dorothea Truelove è giovane, bella e ricca. Ruth Butterham è giovane, ma povera e consumata da un segreto oscuro e terribile. Un segreto che rischia di condurla alla forca. I loro destini si incrociano alla Oakgate Prison, dove Ruth è rinchiusa in attesa di processo per omicidio e dove Dorothea si dedica ad attività caritatevoli; soprattutto, qui la ragazza trova il luogo ideale per mettere alla prova le neonate teorie della frenologia – secondo cui la forma del cranio di una persona spiega i suoi peggiori crimini – che tanto la appassionano. L'incontro con Ruth fa però sorgere in lei nuovi dubbi, che nessuna scienza è in grado di risolvere: è davvero possibile uccidere una persona usando solo ago e filo? La storia che la prigioniera ha da raccontare – una storia di amarezze e tradimenti, di abiti belli da morire – scuoterà la fede di Dorothea nella razionalità e nel potere della redenzione. Per tutti gli amanti della letteratura gotica, un racconto da brivido dedicato al male celato dietro il volto dell'innocenza.
RECENSIONE
Ho letto questo libro in appena un paio di giorni, non riuscivo mai a staccarmi dalle pagine e questo non mi succedeva da tanto tempo, non avevo l'impulso di prendere il telefono e di distrarmi, o gettare un'occhiata alla TV mentre la guardava il mio ragazzo. Sono stata completamente rapita, tenuta in ostaggio fino all'ultima pagina. Mi sono ritrovata totalmente coinvolta dalla storia, tanto che a pagina 86 io ho pianto, e solitamente non piango nemmeno alle ultime pagine di un libro.
Il Filo Avvelenato è raccontato da due punti di vista: Dorothea, giovane ventiseienne benestante, appassionata di frenologia, innamorata di un uomo che suo padre non accetterà mai, si dedica quotidianamente a opere di misericordia, come dar da mangiare agli affamati, visitare gli infermi, ma si concentrerà sul visitare le carcerate dell'Oakgate Prison, dove incontrerà il nostro secondo punto di vista, quello di Ruth Butterham. Ruth ha solo sedici anni ed è in attesa di processo per omicidio, per un crimine che - apparentemente - ha commesso utilizzando solo ago e filo.
Inutile dire che il 'filone' che ho preferito è stato quello di Ruth, la ragazza ci ha raccontato TUTTO della sua vita, ha aperto il suo cuore e ha donato tutto quello che poteva. Il modo in cui l'autrice è riuscita a far breccia dentro di noi è indescrivibile, attraverso la narrazione delle emozioni di Ruth ho avuto la sensazione di conoscerla, l'ho vista come un qualcosa di piccolo, fragile e indifeso, da proteggere! Sin dalla sua infanzia non ha avuto una vita fortunata, è stata illusa di poter ricevere un'istruzione per avere un futuro migliore, è stata bullizzata a scuola ed ha sofferto in silenzio per non pesare su sua madre, ha avuto diverse perdite in famiglia e tutto ciò che poteva fare era lavorare come sarta in un atelier, ma sarebbe stato meglio dire 'come schiava'.
L'ambientazione mi è piaciuta, ci ritroviamo negli anni '800 in Gran Bretagna, si percepisce l'atmosfera di un tempo, soprattutto per quanto riguarda la vecchia società, gli abiti sfarzosi, la ricerca di una moglie/marito, i privilegi che non tutti potevano avere. Sono rimasta particolarmente amareggiata dalla condizione di povertà della famiglia di Ruth - non potevano permettersi nemmeno un medico per le urgenze, dovevano andare avanti a pane e acqua e non avevano nemmeno il materiale per aggiustare un abito rovinato - per non parlare della sventura dei ragazzi che sono cresciuti all'interno degli orfanotrofi e per questo non avranno mai un futuro.
Non è un libro perfetto, ma ci si avvicina molto. Come ho detto le parti di Ruth mi sono piaciute da matti, attendevo con ansia di sapere più cose sul suo passato e su cosa l'avesse trascinata nella Prigione di Oakgate, ma le parti di Dorothea non mi hanno convinta. La maggior parte dei capitoli mi sono sembrati inutili, come la presenza di una componente romantica, poteva essere evitata. Mi sarebbe piaciuta un'argomentazione maggiore sulla frenologia invece, che viene accennata qualche volta, ma dalla trama del romanzo sembrava fosse una componente chiave della storia.
Per concludere, approvo completamente il romanzo, soprattutto perché non volevo nemmeno leggerlo inizialmente ed ero molto titubante, e proprio per questo mi sento di consigliarvi questa lettura. Non mi capita mai di amare così tanto un libro che all'inizio non mi diceva niente. È una storia in grado di coinvolgere il lettore, trasportarlo in un'atmosfera antica, e non cadere mai nel banale o scontato, è una storia che scorre velocemente e alla fine, quando avrete capito cosa sta realmente accadendo, vi lascerà con una sensazione di vuoto e incredulità.
Il Filo Avvelenato è raccontato da due punti di vista: Dorothea, giovane ventiseienne benestante, appassionata di frenologia, innamorata di un uomo che suo padre non accetterà mai, si dedica quotidianamente a opere di misericordia, come dar da mangiare agli affamati, visitare gli infermi, ma si concentrerà sul visitare le carcerate dell'Oakgate Prison, dove incontrerà il nostro secondo punto di vista, quello di Ruth Butterham. Ruth ha solo sedici anni ed è in attesa di processo per omicidio, per un crimine che - apparentemente - ha commesso utilizzando solo ago e filo.
Inutile dire che il 'filone' che ho preferito è stato quello di Ruth, la ragazza ci ha raccontato TUTTO della sua vita, ha aperto il suo cuore e ha donato tutto quello che poteva. Il modo in cui l'autrice è riuscita a far breccia dentro di noi è indescrivibile, attraverso la narrazione delle emozioni di Ruth ho avuto la sensazione di conoscerla, l'ho vista come un qualcosa di piccolo, fragile e indifeso, da proteggere! Sin dalla sua infanzia non ha avuto una vita fortunata, è stata illusa di poter ricevere un'istruzione per avere un futuro migliore, è stata bullizzata a scuola ed ha sofferto in silenzio per non pesare su sua madre, ha avuto diverse perdite in famiglia e tutto ciò che poteva fare era lavorare come sarta in un atelier, ma sarebbe stato meglio dire 'come schiava'.
L'ambientazione mi è piaciuta, ci ritroviamo negli anni '800 in Gran Bretagna, si percepisce l'atmosfera di un tempo, soprattutto per quanto riguarda la vecchia società, gli abiti sfarzosi, la ricerca di una moglie/marito, i privilegi che non tutti potevano avere. Sono rimasta particolarmente amareggiata dalla condizione di povertà della famiglia di Ruth - non potevano permettersi nemmeno un medico per le urgenze, dovevano andare avanti a pane e acqua e non avevano nemmeno il materiale per aggiustare un abito rovinato - per non parlare della sventura dei ragazzi che sono cresciuti all'interno degli orfanotrofi e per questo non avranno mai un futuro.
Non è un libro perfetto, ma ci si avvicina molto. Come ho detto le parti di Ruth mi sono piaciute da matti, attendevo con ansia di sapere più cose sul suo passato e su cosa l'avesse trascinata nella Prigione di Oakgate, ma le parti di Dorothea non mi hanno convinta. La maggior parte dei capitoli mi sono sembrati inutili, come la presenza di una componente romantica, poteva essere evitata. Mi sarebbe piaciuta un'argomentazione maggiore sulla frenologia invece, che viene accennata qualche volta, ma dalla trama del romanzo sembrava fosse una componente chiave della storia.
Per concludere, approvo completamente il romanzo, soprattutto perché non volevo nemmeno leggerlo inizialmente ed ero molto titubante, e proprio per questo mi sento di consigliarvi questa lettura. Non mi capita mai di amare così tanto un libro che all'inizio non mi diceva niente. È una storia in grado di coinvolgere il lettore, trasportarlo in un'atmosfera antica, e non cadere mai nel banale o scontato, è una storia che scorre velocemente e alla fine, quando avrete capito cosa sta realmente accadendo, vi lascerà con una sensazione di vuoto e incredulità.
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