"Nella saggezza troveremo rifugio": così recita il motto della Scholomance. Qualcuno potrebbe persino sostenere che sia vero – peccato che qui la saggezza sia difficile da trovare, figuriamoci il rifugio… La nostra amata scuola, infatti, da sempre fa del suo meglio per "divorare" noi studenti, ma ora che sono arrivata all'ultimo anno e mi sono guadagnata in qualche modo una manciata di alleati, mi sono accorta che la Scholomance ha sviluppato un desiderio molto particolare… per me. E sebbene finora sia sempre riuscita a contrastare le ondate infinite di nefasti che mi ha scagliato contro tra un estenuante compito a casa e l'altro, non ho idea di come io e i miei compagni riusciremo a sopravvivere alla prova finale, il giorno del diploma. Certo, io potrei accettare il mio destino, abbracciare la stregoneria nera e salpare per acque molto meno pericolose. Sarebbe facile. Ma non ho intenzione di mollare. Non cederò ai nefasti né al destino. E soprattutto non alla Scholomance. Riuscirò a portare me e i miei amici fuori da questo posto orribile una volta per tutte, fosse l'ultima cosa che faccio.

Avevo ricordi contrastanti riguardo al primo libro di questa trilogia, lo avevo amato e odiato al tempo stesso, mi ha lasciato tanti interrogativi riguardanti la scuola e il futuro della protagonista, mi ha lasciata con l'amaro in bocca, ma con la curiosità di leggere il seguito. Sono soddisfatta adesso? Sni.
Alla fine del primo romanzo abbiamo lasciato Galadriel - El - alle prese con un biglietto lasciatole dalla madre, in cui le si dice di fare attenzione a una persona a lei molto vicino. Abbiamo lasciato i nostri quattro protagonisti vittoriosi dall'aver aggiustato il macchinario al piano inferiore della scuola - in cui si celebra il fatidico giorno del diploma, in cui gli studenti più fortunati possono concludere il loro ciclo all'interno della Scholomance - grazie al quale la scuola è stata 'ripulita' dai Nefasti. Da quel giorno sono decisamente pochi gli 'esseri' che da sempre infestano l'intera accademia e questo ha sia lati positivi che lati negativi.
Lo stile della Novik è particolare, a tratti interessante, ma questa volta mi ha annoiato quasi sempre. Pagine e pagine di descrizioni, pensieri a ripetizione e troppo argomentati, pochi dialoghi che permettono di prendere una boccata d'aria. Ho trovato anche parte della trama ripetitiva, in particolare nella seconda metà del libro quando si allenano per il giorno del diploma. Cambiava lo scenario, ma avevo l'impressione che non cambiasse il succo della storia, si aggiungevano solo nuovi studenti. Insomma, non è per tutti lo stile di questa autrice, specialmente non per me.
C'è stato qualcosa di positivo in questo libro? Sì, alcune delle domande che avevo riguardanti la scuola hanno avuto una risposta, per cui finalmente si impara qualcosa in più sui meccanismi della Scholomance e scopriamo anche novità rispetto al primo volume. Questi aspetti mi sono piaciuti moltissimo, proprio per questo avrei voluto scoprire ancora più cose.
Comunque nonostante il mio approccio con questo secondo libro non sia stato dei migliori, ho intenzione di proseguire con il terzo volume, perché ovviamente il finale mi ha lasciato la curiosità. Devo solo iniziarlo con meno pretese, magari riuscirà a conquistarmi.